La comunicazione visiva è la trasmissione di un messaggio tramite un’immagine (perciò è chiamata a volte comunicazione iconica, dal greco eikon, “immagine”), che rappresenta in maniera metaforica la realtà. La comunicazione per immagini permette di raggiungere il massimo effetto comunicativo nel più breve tempo possibile, grazie al suo forte potere di richiamo, alla sua immediata comprensibilità e alla facilità di memorizzazione. L’approccio iconologico permette di occuparsi di segni: elementi che significano qualcos’altro rispetto al fenomeno stesso.

Nella vita di tutti i giorni ci troviamo a confronto con innumerevoli esempi di comunicazione visiva. Pensiamo, per esempio, alla segnaletica stradale orizzontale e verticale, oppure ai cartelli indicatori presenti nei luoghi di grandi ritrovi come gli ospedali e gli aeroporti. Nella progettazione e realizzazione di qualsiasi tipo di cartellonistica è fondamentale prevederne l’efficacia comunicativa.

A livello corporate, la comunicazione visiva è fondamentale per il successo di ogni azienda, grande o piccola che sia. Il farsi distinguere, valorizzando i propri punti di forza e comunicarli con una immagine non è scontato e nemmeno semplice, occorre studio, analisi e capacità di sintesi grafica. Può risultare critica anche nella fase di definizione di un logo, di studio di un packaging, di un catalogo per i distributori ed in altre molteplici occasioni, affiancandosi a tutto il resto delle azioni di marketing e commerciali per ottenere il successo del proprio prodotto o servizio. Una buona immagine, infatti, conferisce un grande valore al brand, lo fa conoscere, riconoscere e distinguere rispetto ai competitor, aggiungendo valore commerciale al servizio o prodotto proposto dal cliente.

Ma come possiamo essere sicuri di realizzare una comunicazione visiva efficace? Iniziamo mettendo in fila le 10 regole di base che è fondamentale seguire.

1- COLORI

Considera la ruota dei colori come tua alleata e cerca di usare colori complementari, contrastanti o le regole della triade. In generale, meglio utilizzare i colori con moderazione: non più di 3 in un singolo layout, massimo quattro, per non creare un effetto carnevale, che è fortemente sminuente dal punto di vista estetico e, soprattutto, da quello della chiarezza del messaggio. Se poi si riesce a lavorare sulle tonalità invece che su colori, tanto meglio.
La scelta del colore deve essere meditata, già a partire da un logo e dalla conseguente immagine coordinata (sito internet, biglietti da visita, strumenti, ecc.). La scelta del colore sbagliato corre il rischio di farci comunicare anche il messaggio sbagliato. I colori, infatti generano una risposta psicologica, hanno un significato nella varie culture e rappresentano un messaggio. È stato dimostrato che il colore ha effetti diretti sulla percezione (in particolare su quella del sapore e dell’appetibilità degli alimenti), sull’umore e sul comportamento.

 

2- TIPOGRAFIA

Impara a conoscere le famiglie di font, gioca sui contrasti senza scegliere font troppo diversi tra loro. Scegli massimo due font e pesa con saggezza l’uso che ne vuoi fare. E per favore, non usare il Comics.

Esistono due grandi famiglie di caratteri: graziati (Serif) e senza grazie (Sans Serif). Le grazie sono degli orpelli ornamentali alle estremità delle lettere. Un font Serif molto noto, ma anche piuttosto banale, è il Times New Roman (i Sans Serif probabilmente più diffusi sono invece il Verdana e il Calibri). Nella scelta del font per la nostra grafica, è sempre bene tenere presente che alcuni di essi rendono difficile distinguere alcune lettere come ad esempio la lettera i maiuscola (I), il numero uno (1) e la lettera elle minuscola (l).

In genere, i lettori web preferiscono i caratteri senza grazie soprattutto per testi lunghi. Potremmo fare uno strappo alla regola usando i caratteri Serif per i titoli perché sono brevi e generalmente stanno in un’unica riga.


3- FORME

Tutte le forme comunicano. Impara ad usarle nel posto giusto al momento giusto. L’occhio di un normale utilizzatore di internet o, più semplicemente, di un fruitore di un messaggio di comunicazione, ha imparato negli anni ad associare ad ogni forma un determinato significato. Fa parte della comunicazione non verbale, riconosciuta a livello globale. Il triangolo ad esempio è una forma che ispira dinamicità che stimola all’azione (ad esempio le frecce), ma è anche aggressiva. Il cerchio, diversamente, è un segno che proietta sull’utente un’immagine positiva e rassicurante.

 

4- GERARCHIA

Per te e per il tuo cliente è importante governare la lettura di una pagina web. Questo è possibile rispettando una gerarchia tra i vari contenuti. Una visualizzazione triangolare è preferibile quando hai pochi elementi, la proporzione aurea aiuta a creare un ambiente piacevole, mentre se vuoi focalizzare un particolare elemento, come un bottone, mettilo in evidenza rispetto agli altri contenuti che potrebbero distrarre la navigazione. Ricorda che la visualizzazione di una pagina è una questione di secondi ed è quindi molto importante arrivare al punto il prima possibile. Proprio per questo motivo non possiamo permetterci di disperdere l’attenzione del nostro lettore, sia con aspetti grafici che con accorgimenti di copywriting fuorvianti. Sarebbe sbagliatissimo utilizzare i grassetti in modo casuale, come pure le evidenziazioni, che devono essere utilizzate in modo sporadico per avere l’effetto che vogliamo ottenere. Eleganza ed efficacia fanno rima con semplicità.

5- LINEE

Il layout di strumenti cartacei e pagine web deve essere studiato ripartendo meticolosamente gli ingombriCome per le forme, anche le linee comunicano, ecco perché se vuoi andare dritto al punto, conviene essere lineari, sia orizzontalmente che verticalmente. Mentre se vuoi che il tuo utente segua un determinato percorso lo puoi guidare con linee convergenti o divergenti. Anche il ritmo è importante quindi rispetta le regole che ti sei dato in termini di spaziatura, proporzionalmente alla dimensione dei font.

6- ICONOGRAFIA

Dal punto di vista della comunicazione visiva, l’iconografia ha un valore strategico: quello di comunicare immediatamente e trasversalmente un messaggio. Un simbolo, di fatto, è come un’ideogramma: dovrebbe poter essere immediatamente convertito in parole, anche in assenza di una codifica ufficiale. Per questo è importante rifarsi, per quanto possibile, all’iconografia più diffusa. Se si sfrutta il mapping naturale tra l’azione che si può compiere e l’icona che deve rappresentarla si ottengono icone intuitive che riducono al minimo lo sforzo interpretativo dell’utente e non lo costringono ad imparare nulla di nuovo. Un esempio di mapping naturale applicato alle icone è l’uso del “cestino” o del “carrello”.
Dato dunque per assunto che ci rifaremo a modelli di icone universalmente riconosciuti e immediatamente comprensibili, quello che possiamo fare per rendere meno banale la nostra  comunicazione visiva è creare delle icone personalizzate, per esempio che richiamino i colori sociali della nostra azienda o che riprendano un elemento grafico del nostro logo e che, necessariamente, mantengano uno stile coerente con quello del resto della nostra comunicazione.

7- CONTRASTO

Molto spesso il contrasto è un opzione che ti puoi dare per separare o evidenziare i contenuti, soprattutto nel testo: prova a giocare con “bold”, “light” all’interno della stessa frase. Anche la disposizione differente può tornare utile in una pagina per orientare la lettura e stimolare l’interazione, ad esempio un form contatti che entra lateralmente.

Nella scelta cromatica, optare per due colori complementari – ovvero che, se giustapposti, raggiungono il loro massimo grado di luminosità – otterremo un effetto di sicuro impatto. Dal punto di vista fisiologico poi l’occhio esige l’integrazione di ogni colore con il suo complementare e, se non c’è, se lo rappresenta come se ci fosse.
I colori complementari, usati in giusti rapporti quantitativi, danno effetti di solida staticità. Infatti conservano inalterata non solo la loro luminosità, ma anche la loro essenza cromatica. Volendo sfruttare appieno il contrasto dei complementari, oltre ai colori puri, si possono utilizzare le loro gradazioni intermedie in funzione mediatrice e di equilibrio perché con la loro affinità ad entrambi i colori in contrasto, li unificano in un complesso omogeneo.

8- ORDINE

Gli elementi devono essere allineati in qualche modo. Datti una regola e seguila come un mantra. Crea una griglia dove lavorare e inserisci gli elementi rispettando gerarchie e pesi, oppure, se preferisci, allinea tutto al centro. La cosa importante è scegliere una regola di lettura. Per l’utente sarebbe odioso dover resettare il proprio stile di lettura pagina dopo pagina, nello stesso sito web.
La maggior parte delle informazioni che un sistema trasmette al suo utente sono veicolate da display video di varia forma e dimensione. L’usabilità di questi sistemi dipende quindi in modo considerevole dalla loro interfaccia grafica.

9- PESI

Fai attenzione al peso che deve avere il testo. Poche ma attente scelte, fanno la differenza. Anche da un punto di vista SEO, rispetta le regole h1, h2, h3, … Inutile dire che, oltre a valutare cosa è più e meno importante e valutarne di conseguenza la visibilità, andranno anche equilibrati i quantitativi di testo e immagini, sulla base dell’obiettivo della pagina che stiamo costruendo.
Il designer della comunicazione deve prendere decisioni calcolate su come dare priorità al contenuto e guidare gli utenti, creando percorsi per portarli nella direzione desiderata. Deve prestare attenzione al peso degli elementi grafici e testuali e distribuirli in maniera appropriata.

10- SPAZIO

La pagina web è il foglio bianco che devi saper riempire, senza esagerare. Anche lo spazio bianco ha la sua importanza. Non farti prendere la mano riempendo l’intero spazio di immagini, testi, bottoni che creano solo confusione e disturbano la vista. Attenzione, non essere nemmeno troppo minimal, o potresti non essere compreso. Dipende molto dal tipo di sito che si vuole ottenere e dal settore di appartenenza. C’è un legame tra le due cose, in quanto l’utente ha delle aspettative che devono essere rispettate. Un po’ come nel caso delle forme geometriche.
Perché è importante il cosiddetto Native Space (spazio vuoto che circonda un elemento visuale)? Perché la nostra grafica ha bisogno di aria per emergere ed essere davvero efficace nel comunicare i concetti che intendiamo trasmettere. Riempire troppo un layout significa limitare significativamente la visibilità di ogni elemento, e risulterà quindi controproducente sul piano comunicativo.