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Caricamento Pagina: L'ingrediente fondamentale per la fotografia? La luce. - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

10 minuti di lettura (1912 parole)

L'ingrediente fondamentale per la fotografia? La luce.

 

 

 

La parola “fotografia” deriva dalla composizione di 2 parole in greco: foto (phos) e grafia (graphis), letteralmente quindi “fotografia” significa disegnare con la luce. Quest’ultima è pertanto l’elemento essenziale per poter scattare un’immagine, senza di essa non potremmo parlare di fotografia. Ma che cosa è la luce?

Il termine luce (dal latino lux) si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio umano. Questa porzione è molto limitata ed è compresa tra le lunghezze d’onda di circa 400 e 780 nanometri.

Il fatto che noi umani riusciamo a percepire sotto forma di luce soltanto una parte così limitata delle radiazioni elettromagnetiche è dovuto alla particolare natura del nostro occhio. Quando l’occhio riceve una radiazione la cui lunghezza d’onda è, ad esempio, di 470 nanometri noi vediamo una luce blu mentra con una radiazione di 650 nanometri vediamo rosso.

 

 

 

La percezione del colore è dovuta al fatto che gli oggetti trattengono alcune frequenze luminose e ne riflettono altre. Sono quest’ultime a determinare il suo colore.

I vari colori visibili all’occhio umano sono ben distinguibili nell’arcobaleno e sono indicati qua sotto con le relative lunghezze d’onda:

Violetto          410 nm

Blu                  470 nm

Verde              520 nm

Giallo              580 nm

Arancione       600 nm

Rosso              650 nm

Se sommiamo tutte le varie lunghezze d’onda (ovvero tutti i colori a noi visibili) otteniamo una luce bianca.

Nel 1666, Isaac Newton dimostrò in modo scientifico che facendo passare attraverso un prisma di cristallo un raggio di luce bianca, esso viene deviato dando origine ad una successione di raggi luminosi colorati (corrispondenti alle diverse frequenze elettromagnetiche)

 

 

 

 Tipologie di luce

Una delle prime cose da valutare prima di scattare una foto è la tipologia di luce che abbiamo di fronte: luce naturale o luce artificiale.

1 - Luce naturale

La luce naturale è quella che proviene dal sole. È la più ricercata in fotografia anche se non è sempre facile da gestire. Cambia rapidamente di colore, intensità e direzione ed è pertanto fondamentale imparare rapidamente a conoscerla per esaltare le caratteristiche e l’atmosfera del soggetto che stiamo fotografando.

 

 

 

In assenza di nuvole, i momenti migliori per fotografare sono al mattino presto o al pomeriggio tardi quando la luce è più morbida e proviene da un’angolazione laterale. La luce morbida ci permette di raccogliere più particolari, è di colore più caldo e pertanto ci risulta più gradevole. Inoltre le ombre sono lunghe e ci permettono di dare tridimensionalità al soggetto che stiamo fotografando. L’unico accorgimento è quello di posizionare il nostro soggetto (in caso di un ritratto) in modo che la luce non provenga solo da un lato onde evitare che metà del viso si ritrovi in ombra.

 

 

 

L’ora peggiore per fotografare, sempre in caso di sole pieno senza nuvole, è quella di mezzogiorno. La luce è durissima e di conseguenza anche il contrasto. Le ombre sono nettissime e le luci molto forti. Risulta pertanto molto difficile trovare la giusta impostazione per scattare una foto, si rischia sempre di bruciare le alte luci o di chiudere troppo le ombre, inoltre la luce diretta appiattisce tutto e non dona tridimensionalità agli oggetti attorno a noi. Cercate pertanto di evitare le ore centrali del giorno.

L’ora della giornata che preferisco personalmente è quella che viene chiamata dai fotografi “l’ora blu”. Subito dopo il tramonto, prima che la luce scompaia del tutto, c’è un breve lasso di tempo in cui la poca luce presente si colora di tonalità che vanno dall’azzurro scuro al violetto. C’è bisogno di un treppiede per fotografare in quanto la luce è davvero poca e si rischia il micromosso. Inoltre si possono creare effetti particolari (con acqua o nuvole in movimento) allungando i tempi di esposizione senza dover ricorrere a particolari filtri ND usati durante il giorno a luce piena.

 

 

 

2 - Luce artificiale

La luce artificiale è la luce che proviene da una fonte luminosa che non sia il sole e può essere suddivisa tantissime sottocategorie: tungsteno, incandescenza, fluorescenza, alogena, led, laser, flash. Quest’ultima, a differenza di tutte le altre, ha la stessa temperatura di colore della luce diurna ed è tra le più usate in fotografia.

 

 

Anche se preferisco non usare mai il flash e le luci artificiali, questo tipo di illuminazione ha comunque diversi vantaggi, uno su tutti è il controllo totale dell’illuminazione. Non solo potrai scattare in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo ma potrai anche decidere la potenza della luce, la direzione e l’eventuale colore, cosa che con il sole non si può fare. Inoltre, quando i tempi di esposizione sono troppo lunghi, il flash ti permette di congelare l’azione ottenendo una foto perfettamente a fuoco.

I 4 concetti base della luce in fotografia

Sapere che serve della luce per fare fotografia non è nulla di stravolgente o innovativo, è una cosa risaputa. Se sei un fotografo che vuole diventare consapevole di quello che fa, allora memorizza questi quattro concetti basilari

1. L'intensità della luce

La prima cosa che devi fare quanto entri in un ambiente che devi fotografare, è quella di valutare l’intensità della luce. Naturale o artificiale che sia.

L’intensità di luce può essere anche individuata come quantità, alla fine si tratta solo di capire quanto è presente.

Lascia da parte la fotocamera per un attimo ed immagina come reagiscono i tuoi occhi ai cambi di luminosità:

  • se passi da una stanza chiara ad una scura per un po’ non vedrai nulla… tutto buio. In questo caso ti trovi in una situazione di “sottoesposizione”.
  • se passi da una stanza scura ad una chiara per un po’ sarai abbagliato dalla luminosità. Fin tanto che gli occhi non si abituano ti trovi in una situazione di “sovraesposizione”.

Con la fotocamera dovrai comportarti allo stesso modo: se la scena presenta una quantità enorme di luce dovrai impostare una combinazione di ISO — TEMPO ed apertura DIAFRAMMA adeguato. Se scatti in modalità Priorità di Tempo ti basterà regolare appositamente il tempo di scatto prescelto e la sensibilità ISO: il diaframma sarà regolato in modo automatico dalla fotocamera.

Ovviamente in questo caso devi essere consapevole che non puoi usare un tempo di scatto troppo lento, perché l’eccessiva quantità di luce renderebbe impossibile per la fotocamera impostare un diaframma adeguato e rischieresti di trovarti una foto sovraesposta.

Vale lo stesso se scatti in Priorità Diaframma; in questo caso devi stare attento a non usare un diaframma eccessivamente aperto che metterebbe in difficoltà la fotocamera che magari non è in grado di usare un tempo di scatto sufficientemente veloce.

Lo stesso principio vale per la situazione opposta: con una quantità di luce scarsa. Dovrai star attento alle regolazioni più idonee, ma col vantaggio di poter eventualmente aumentare la sensibilità ISO in modo da rendere la fotocamera più sensibile alla luce.

 

 

2. La qualità della luce

La qualità della luce non è una cosa che possiamo misurare. Ha a che vedere con la percezione visiva e pertanto si parla di:

  • Luce Dura
  • Luce Morbida (soffusa)

La luce dura di solito è facile da individuare perché è quella che “da fastidio”: come abbiamo detto sopra, quella luce intensa tipica del mezzogiorno estivo di una giornata limpida per capirci. La luce dura crea delle ombre molto scure e definite degli oggetti. Di conseguenza crea anche dei forti contrasti tra le zone scure e le zone chiare della scena fotografata.

La luce morbida (o soffusa) è l’opposto. È la situazione luminosa tipica di una giornata nuvolosa, con il sole dietro le nuvole che non riesce ad illuminare in modo violento la scena e di conseguenza gli oggetti presentano delle ombre soffuse, spesso poco evidenti senza creare dei grandi contrasti tra le zone in ombra e quelle esposte direttamente alla luce.

Si parla proprio per questo motivo di “luce soffusa” o “morbida”.

Se consideriamo la luce solare, è la presenza delle nuvole a differenziare una scena illuminata da luce dura rispetto ad una con luce morbida.

Ok, puoi eventualmente sfruttare dei pannelli opachi (detti anche diffusori) per rompere la durezza della luce se devi fotografare dei piccoli oggetti, ma come si fa in caso di luce artificiale?

Aggiungi un diffusore per ottenere una luce “morbida”
I fotografi, in linea di massima, preferiscono di gran lunga la luce morbida (soffusa) in quanto risulta idonea alla maggior parte dei contesti fotografici — dai paesaggi ai ritratti — ma non significa che non puoi usare la luce dura per creare qualche effetto “drammatico” (ovvero con forti contrasti).

3. La temperatura della luce 

Quando si parla di temperatura della luce si fa riferimento al suo colore.

 

 


 La foto che vedi qui sopra è evidentemente tendente al “blu”. Qui sotto la dominante corretta.

 

 

 


La luce non ha sempre lo stesso colore e l’esempio più eclatante è la tinta di colore rosso fuoco che prende durante i bei tramonti estivi o al sorgere del sole.

 

In realtà però la luce varia continuamente durante il giorno con le varianti date dalla presenza di cielo nuvoloso, nebbia o altre condizioni atmosferiche particolari.

La temperatura colore (o colore) della luce ha un impatto profondo sulla fotografia digitale, per questo motivo dovrai ricordarti di regolare nel modo appropriato il bilanciamento del bianco sulla tua fotocamera.

Con lo stesso strumento di regolazione bilanciamento del bianco puoi anche intervenire per modificare l’aspetto visivo dell’immagine che stai fotografando: se per esempio durante una scena illuminata dal sole imposti come bilanciamento del bianco il parametro ombra oppure nuvoloso, la tua immagine prenderà subito una colorazione e dominante calda (rossi e gialli più intensi).

PS: con la luce artificiale le cose sono un po’ più semplici, infatti la prossima volta che vai al centro commerciale prova a controllare i dati tecnici sulle lampadine in vendita, di solito indicano anche la temperatura colore irradiata per farti capire se farà una luce più fredda (blu) oppure più calda (gialla).

 

 

4. La Direzione della luce

La direzione della luce sul nostro soggetto è fondamentale per determinare la resa finale dello scatto. A seconda della direzione della luce otterremo fotografie completamente diverse tra loro. Esaminiamo quindi le differenze sul soggetto generate da luci provenienti da diverse direzioni.

Luce frontale

È la situazione più diffusa (grazie anche ai flash incorporati sulle macchine) ma risulta essere anche la meno efficace. La luce è piatta, priva di ombre e carente di tridimensionalità. Le foto risulteranno quindi banali e prive di fascino.

Luce laterale

La luce laterale è molto utilizzata in fotografia proprio perché allunga le ombre conferendo un aspetto tridimensionale al soggetto. L’unico accorgimento è quello di controllare bene il contrasto tra la parte del soggetto illuminata e quella in ombra. Evitate la doppia illuminazione laterale che provocherebbe delle bruttissime doppie ombre, meglio utilizzare un pannello riflettente per schiarire la parte del soggetto più lontana alla fonte d’illuminazione.

 

 

 

 

Controluce

 

È la luce frontale alla macchina fotografica, è la luce più difficile da gestire ma anche la più creativa e particolare. Bisogna solo evitare che la fonte luminosa colpisca direttamente il nostro obiettivo altrimenti si verrà a creare quel brutto effetto chiamato “flare”. Fotografando in controluce il nostro soggetto si troverà tra noi e la fonte luminosa pertanto, se lasciamo scegliere l’esposizione alla macchina e non usiamo il flash, andremmo a creare quella che in fotografia si chiama silhouette.

 

 

 

 

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