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Caricamento Pagina: Le 10 regole d'oro per comunicare nel modo giusto. - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

6 minuti di lettura (1155 parole)

Le 10 regole d'oro per comunicare nel modo giusto.

cropped comunicazione efficace esercizi

Brand che fanno dei scivoloni mediatici, aziende che si perdono in un bicchier d’acqua nei commenti, personaggi pubblici che sparano a casaccio nelle dirette.

Che cosa hanno in comune tutti questi casi? Sbagliano il modo di comunicare.

Repita iuvant...

Tutto è comunicare, tutto è comunicazione.

La comunicazione può essere: verbale, non-verbale, paraverbale se parliamo dell’azione in sè; interna ed esterna se parliamo di brand e imprese.

Se apri il dizionario o andiamo su google, alla voce della parola “comunicare” trovi:

co-mu-ni-cà-re (io co-mù-ni-co) dal latino: communicare, mettere in comune, derivato di commune, propriamente, che compie il suo dovere con gli altri, composto di cum insieme e munis ufficio, incarico, dovere, funzione.

Andiamo ancora più a fondo:

Consapevole delle proprie responsabilità e forte del proprio ruolo, la comunicazione è un’espressione sociale, un mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé: non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare; la comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura.

(Preso da “Parola al giorno”)

Incredibile, vero? Una definizione che ci ricorda quanto è importante non dimenticare l'obiettivo della comunicazione.

Vediamo ora, sfogliando o digitando la parola che inizia con la “P”. Capito quale?

Giusto. La parola “pubblicità

Il termine italiano pubblicità deriva dall’aggettivo e sostantivo pubblico, ossia che riguarda il popolo, la popolazione, e l’origine della parola italiana rispecchia lo scopo di informare il pubblico e non presuppone il carattere parassitario o onnivoro del termine, bensì di etico e trasparente.

(Preso da “Parola al giorno“)

Ma la cosa più affascinante è la derivazione dalla lingua anglosassone, da “Advertising“, appunto.

Advertising possiede una connotazione di tipo imprenditoriale e persuasivaAdvertising deriva dal verbo to advertise, il quale a propria volta viene dal latino ad-vertere e significa letteralmente andare verso.

Andare verso cosa? Verso il pubblico, verso l’altro.

È per questo motivo che ti ho fatto fare questa ricerca e per la stessa ragione i brand, le aziende e i personaggi pubblici tutt’ora nel 2021 non sanno comunicare.

È come se avessero dimenticato le basi della comunicazione.

Capisco che le cose con l’avvento di Internet e dei social media hanno cambiato la nostra società, che i tribunali del popolo si sono trasferiti dal bar sotto casa ai gruppi su Whatsapp e al feed di Facebook, ma dobbiamo capire che, come dice Bruno Mastroianni per la Treccani:

"Siamo diventati tutti, di fatto, piccoli personaggi pubblici per i quali qualsiasi azione online (dalla pubblicazione di una foto alla scrittura di un post o di un commento) diventa una dichiarazione ufficiale della nostra identità e della nostra visione del mondo, che è esposta agli altri (potenzialmente tutti gli altri) e da essi perciò criticabile, commentabile, rielaborabile".

Incorniciatela e mettetela in bella vista, perché non bisogna mai dimenticarlo.

Come si comunica nel modo giusto?

Se noi tutti siamo dei piccoli comunicatori, pensa te quanto questa affermazione sia amplificata e importante per un Brand o un’azienda. Ecco la ragione per cui nel 2021 non puoi comunicare online se non conosci il Manifesto di Parole Ostili.

Parole Ostili, nata a Trieste nell’agosto 2016. è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, con una mission ben specifica:

Parole O_Stili ha l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in Rete, vuole diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti

Questo manifesto è di una rilevanza inimmaginabile, è stato:

Tradotto in 32 lingue, utilizzato e raccontato a oltre 850.000 studenti e 170.000 insegnanti e sottoscritto ufficialmente da oltre 300 comuni italiani, più di 20 aziende e altrettante università e declinato in 8 ambiti tra cui le aziende.

Queste le 10 regole del Manifesto:

1. Virtuale è reale

So che che ogni parola in rete ha conseguenze concrete e può costruire o distruggere relazioni reali. Modero i toni e valorizzo l’empatia, l’ascolto rispettoso e, se è il caso, lo humor. Sono coerente e mantengo le promesse fatte online.

2. Si è ciò che si comunica.

Quanto comunico rispecchia valori e identità miei e dell’azienda. Promuovo la fiducia e la trasparenza. Sono leale e intellettualmente onesto con i concorrenti. Curo la qualità di ciò che comunico così come curo quella di ciò che produco.

3. Le parole danno forma al pensiero

Comunico in modo semplice e chiaro, con l’obiettivo di farmi capire, e mi prendo il tempo che serve per riuscirci. Evito i tecnicismi inutili, do sempre le informazioni necessarie. So che le mie idee avranno successo solo se le racconto bene.

4. Prima di parlare bisogna ascoltare

L’ascolto prescinde dalla gerarchia: solo ascoltando gli altri, colleghi partner o clienti, posso costruire un progetto vincente per tutti. Agevolo la comunicazione. Rispondo alle domande, accolgo le critiche e le uso per migliorare.

5. Le parole sono un ponte

Trovo parole giuste, entusiasmanti, ospitali, inclusive, tali da creare un terreno comune e costruire relazioni di valore. Cerco di conoscere ragioni e interessi dei miei interlocutori per capire il loro punto di vista e sono disposto a cambiare il mio.

6. Le parole hanno conseguenze

Le mie parole rappresentano la mia azienda, hanno un peso e concorrono alla creazione dell’immaginario collettivo: ne sono consapevole e me ne assumo la responsabilità. Ho il coraggio di rispondere ad attacchi ostili con gentilezza.

7. Condividere è una responsabilità

Quanto condivido in rete influisce sulla reputazione e la credibilità della mia azienda. Seleziono e valuto fonti e contenuti, non diffondo mai notizie, informazioni e dati falsi o riservati. Rispetto la privacy e tutelo la sicurezza.

8. Le idee si possono discutere

Le persone si devono rispettareDiscutere aiuta a crescere. Discutendo – anche energicamente – opinioni e prospettive, valorizzo la libera espressione delle idee, indipendentemente dalle gerarchie. Rispetto sempre le persone, la loro diversità e la multiculturalità.

9. Gli insulti non sono argomenti

L’aggressività è nemica di una comunicazione efficace e costruttiva. Insultare è umiliante e sterile, e chi insulta dimostra solo di non avere argomenti migliori. Sensibilizzo i miei collaboratori a comunicare in modo equilibrato e non ostile.

10. Anche il silenzio comunica

C’è un tempo per ascoltare, un tempo per riflettere, un tempo per rispondere. So quando è meglio la parola e quando è meglio il silenzio: tacere aiuta a dare risposte lucide al momento giusto, e il silenzio può anche esprimere valore e forza.

Questo Manifesto della Comunicazione non ostile per le aziende definisce poche e semplici regole per un dialogo trasparente e sincero fra aziende, clienti e stakeholder (quindi applicabile per comunicare online).

Ci hanno messo mano circa 300 professionisti, chi fa comunicazione d’impresa e chi comunicazione politica, influencer, blogger, e infine anche molti insegnanti, studenti, imprenditori, professionisti…

È fondamentale imparare e ricordarsi queste regole per comunicare: ne vale della reputazione, per la mia e per la tua azienda, per i nostri profili social.

Fanne buon uso.

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