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Caricamento Pagina: Qualche consiglio pratico per fotografare i fulmini. - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

12 minuti di lettura (2351 parole)

Qualche consiglio pratico per fotografare i fulmini.

fulmini sulla città

Fotografare i fulmini è sicuramente una attività che può dare molte soddisfazioni e può permetterci di portare a casa  uno scatto invidiato da molti.

Fotografare i fulmini può essere però anche MOLTO pericoloso. I fulmini cadono in modo imprevedibile e NON è vero che un fulmine non cade mai nello stesso posto. Anche se essere colpiti da un fulmine non è sempre mortale (qui la storia di Roy Sullivan, colpito sette volte da un fulmine), è meglio non correre rischi inutili.

Vediamo dunque assieme alcuni piccoli suggerimenti su come fotografare i fulmini.

Problematiche tecniche di base nella fotografia di fulmini

Il problema essenziale nella ripresa fotografica dei fulmini è che si tratta di eventi improvvisi e imprevedibili, sia come momento che come posizione. Le problematiche specifiche derivano dal fatto che è impossibile:

  • prevedere il punto di caduta
  • anticipare il momento della caduta

inoltre si tratta di fenomeni caratterizzati da:

  • elevatissima luminosità
  • estrema rapidità

non ultima va citata la loro estrema pericolosità per l’uomo.

La sicurezza prima di tutto

Per prima cosa è necessario trovare un posto sicuro per appostarsi: interno di un edificio, una macchina, un qualunque luogo che possa quindi proteggerci da un colpo diretto. Evitare di posizionarsi all’aperto, soprattutto in prossimità di corsi d’acqua, alberi, pali elettrici, edifici di grande altezza.

Ricordiamoci che, anche se il temporale sembra lontano, i fulmini possono percorrere distanze molto elevate e colpire dove meno ce lo aspettiamo.

Segui sempre con la massima attenzione l’evoluzione del temporale. Se ti accorgi che i fulmini si avvicinano troppo a voi, togli l’attrezzatura e sali rapidamente in auto, o mettiti al riparo dentro o sotto un edificio in muratura. Come già detto, mai sotto alberi o tettoie metalliche.

Se non vuoi interrompere la ripresa lascia le fotocamere al lavoro e metteti comunque al riparo in luogo sicuro. Quando valuterai che il pericolo sia passato, allora puoi tornare sul punto di scatto. In ogni caso non rischiare mai.

Seguire il temporale è essenziale, oltre che per la propria sicurezza, anche per l’esito positivo della ripresa. Se ti accorgi che lo scenario cambia, ferma la sequenza di scatto, riposiziona la fotocamera, ricrea l’inquadratura, se necessario modifica i parametri di scatto, e riprendi la sequenza.

Ci sono fulmini e fulmini

Facile dire fulmine! Devi sapere che possiamo distinguere diverse categorie di fulmini rilevanti ai fini della fotografia:

  • quelli che scaricano a terra
  • quelli che si propagano da nuvola a nuvola
  • quelli dentro la nuvola stessa

Li classifichiamo poi per intensità, forma e colore.

  • L’intensità: L’intensità è particolarmente importante per il fotografo perchè da questa dipendono le impostazioni di ISO e tempo di esposizione.
  • La forma: Una linea dritta luminosa che punta al suolo o una complessa ramificazione? Oppure un fulmine che sembra scaturire da una torre o una guglia?
  • Il colore: Il colore più comune è il bianco ma a volte possono apparire rossi gialli o azzurrini. Le differenze si hanno per l’atmosfera. La presenza di gas o impurità nell’aria influenza il colore. Lo smog li rende rossicci, la grandine  azzurri. Il sodio li rende tendenti al verde.

fulmini mare

Prepara l’equipaggiamento

Per fotografare i fulmini un treppiede è sicuramente necessario: con la macchina fotografica impostata su manuale per tempo di posa e diaframmi, è necessario che la macchina sia ben stabile.

Per ottenere un buono scatto il tempo di posa dovrà essere fissato tra 3s e 30s, per cui ogni minima vibrazione influenzerà la nitidezza dell’immagine.

Qualsiasi obiettivo può andare bene, ma se scegli una lente fissa, la scelta perfetta per fare questo tipo di fotografia, un fisso da 30mm per APS-C o un fisso da 50mm per fotocamere full-frame sarebbero ottimali. Tuttavia, anche un grandangolo standard come un 16-35mm o 24-70mm potrebbe andare benissimo, dal momento che permettono una maggiore flessibilità  di cambiare lunghezza focale e puntare una zona specifica.

Proteggi la macchina fotografica e l’obiettivo dalla pioggia, soprattutto se sei in un posto di mare: la salsedine è estremamente corrosiva e potrebbe danneggiare l’attrezzatura.

Utilizza un telecomando (a filo o infrarossi). Dovendo utilizzare tempi di esposizione piuttosto lunghi, le vibrazioni dovute alla pressione del pulsante di scatto possono rendere mossa l’immagine risultante.

Utilizza una torcia, per due motivi: muoversi nell’oscurità può essere pericoloso e, se il lampo è lontano, potresti “dipingere” il soggetto in primo piano con la luce della torcia per rendere l’immagine più drammatica.

Come scattare

La prima regola riguarda il come scattare: non è pensabile lo scatto manuale al momento della caduta del fulmine, proprio perché sono fenomeni istantanei e non prevedibili. Quindi non illuderti di poter stare li con lo scatto a distanza nella mano per fare click quando vedi il lampo: quando l’otturatore farà il suo passo il fulmine sarà esaurito da un pezzo. Esistono quindi due possibili procedure:

  • scatto continuo a tempi lunghi
  • trigger

Lo scatto a tempi lunghi è facile da intuire: si eseguono scatti successivi senza interruzione, con tempi lunghi, ed è ovvio che qualsiasi fulmine cada in quell’intervallo viene registrato dal sensore. Semplice e senza fatica, almeno in teoria.

Il trigger è uno strumento elettronico che “vede” il lampo e in un tempo brevissimo, compatibile con la velocità di sviluppo del fulmine fa scattare l’otturatore. In sostanza è l’idea di scattare a mano, ma servendosi di un sistema occhio-mano elettronico molto più veloce del nostro umano. In teoria funziona, in pratica un po’ meno.

Uno dei trigger più popolari è il Pluto trigger, ma esistono anche dei validi sostituti meno famosi (e meno costosi).

I limiti dei trigger, di tutti i trigger, è il fatto che essi lavorano individuando variazioni di luminosità nell’ambiente. In sostanza non pensare che “vedano” il fulmine. Essi rilevano solo che la luce ambiente aumenta oltre una certa soglia media, che tu hai fissato girando una rotellina sul trigger stesso. Appena la luce aumenta, il sensore fa scattare l’attuatore e manda alla fotocamera il segnale di scatto.

Due valide alternative al Pluto sono il Miops e l’ottimo Movo, con un rapporto qualità prezzo eccellente.

Capisci bene quindi che se la luminosità ambiente è molto alta, il trigger riesce a vedere solo quei fulmini molto vicini che provocano un vero e proprio lampo ambientale. Inoltre, tutto dipende da come tu hai regolato la soglia di scatto manualmente girando la rotellina: se non sei stato delicato e preciso rischi di aver impostato una soglia alta che non “vedrà” i fulmini minori. Di giorno, data la fortissima luce ambiente, tutto è molto più difficile da questo punto di vista. Ma anche di notte, se sei vicino a sorgenti luminose molto forti, il problema è lo stesso.

fulminiG C 01

Parametri di scatto

Qui ci addentriamo in un territorio abbastanza complesso, ma ti spiego il ragionamento alla base della scelta dei parametri di scatto, cosa che richiede un attimo di attenzione per essere compresa ma la cui conoscenza rende poi tutto molto più semplice.

Partiamo dal presupposto – come detto sopra – che il fulmine è caratterizzato da evoluzione rapidissima (dura un tempo estremamente breve) e da luminosità elevatissima. Infatti spesso vediamo il lampo di luce illuminare cielo e terreno anche in pieno giorno.

Da questo deriva che l’esposizione deve tenere conto del fatto che il nostro soggetto, ossia il fulmine, avrà una luminosità molto maggiore del paesaggio, sia di notte (ma questo è ovvio), sia di giorno. Si capisce quindi che è la sua luminosità a governare i nostri parametri di scatto. Dunque, va esposto bene il fulmine, non il resto, che può essere tranquillamente sottoesposto.

Dato che il fulmine è rapidissimo, si capisce che il tempo di scatto non più influire in alcun modo sulla sua esposizione. Per cui gli unici due parametri che possiamo regolare per una corretta esposizione del fulmine sono ISO e diaframma. Il tempo va regolato poi di conseguenza solo per avere una corretta esposizione del paesaggio.

Per il paesaggio ci sono due modi di procedere:

  1. esporlo correttamente (usando solo la regolazione del tempo di scatto, perché ISO e diaframma sono regolati per esporre bene il fulmine)
  2. sottoesporlo, preoccupandosi solo della buona esposizione dei fulmini, e fare a parte uno scatto di paesaggio ben esposto da usare come base per sovrapporre i fulmini (meglio farne alcuni durante vari momenti del temporale per avere il migliore da scegliere in Post Produzione)

Situazioni fotografiche per la ripresa di fulmini

Per quanto riguarda le situazioni fotografiche in cui possiamo riprendere fulmini, dividiamo subito tra notte e giorno, perché ciascuno di questi due scenari presenta condizioni di scatto totalmente diverse e problematiche molto specifiche, che condizionano i parametri di scatto e la modalità stessa di ripresa.

Fotografare fulmini di giorno

Il giorno è certamente la situazione di ripresa più difficile tra le due. Questo perché l’elevata luminosità ambientale impedisce di usare tempi lunghi. Per contro è impensabile fare sequenze di scatti a tempi rapidi, sia perché l’intervallo di ricarica dell’otturatore rischia di essere più lungo dello scatto stesso col rischio di perdere fulmini, sia perché si finirebbe per fare migliaia di scatti RAW, saturando schede di memoria, HD e esaurendo più rapidamente l’otturatore stesso. Impossibile anche pensare a semplici raffiche di scatti come nello sport.

Le soluzioni, quindi, sono due:

  • utilizzare un trigger
  • applicare un filtro nd (a dendità neutra) e allungare in questo modo i tempi di scatto. L'ideale è utilzzare un filtro ND400, che ci permetterà di chiudere di 10-12 f/stop come se stessimo riprendendo in piena notte.

Fotografare fulmini di notte

La notte è la condizione ideale per fotografare fulmini, anche se cela un trabocchetto fotografico da evitare con cura: il rischio di non avere uno scenario adeguato nel quale collocare i fulmini. Ricorda sempre che qualsiasi fenomeno meteo, quindi anche i fulmini, deve essere sempre inserito in una inquadratura ben costruita, completa, articolata e strutturata. Preparala prima, compatibilmente con la direzione in cui cadono i fulmini.

Tieni presente che nell’inquadratura contano il terreno del paesaggio e i suoi elementi fissi, ma contano anche le nuvole nel cielo, sia quelle illuminate dall’inquinamento luminoso, che tendono a essere arancioni o gialle, sia quelle che saranno poi illuminate dai fulmini.

Di notte, essendo ridotta o minima la luminosità ambiente, diventa molto più facile gestire le sequenze di scatti con tempi lunghi. Anche per la notte però, prima vanno fissati ISO e diaframma in base alla corretta esposizione dei fulmini, e solo dopo si può stabilire il tempo di scatto adeguato al paesaggio. Anche per la notte il paesaggio può essere ben esposto o sottoesposto (con uno scatto finale ben esposto su cui collocare poi i vari fulmini).

FulminiG 069

La ripresa dei fulmini

Per prima cosa, affrontando la parte pratica della ripresa, dividiamo i fulmini in base alla loro dimensione apparente, che leghiamo alla distanza dal punto di ripresa. Abbiamo quindi fulmini:

  • vicini (entro 1 km)
  • medi (da 1 a 5 km)
  • lontani (oltre i 5 km)

Come calcolare la distanza di un fulmine? Semplice: la luce viaggia a 300.000 Km al secondo, il suono a circa 300 metri al secondo. Contate i secondi dal momento del lampo fino al tuono, dividete per 3 e saprete i Km che vi separano da quel fulmine.

Ovviamente si tratta di una divisione di comodo, puramente indicativa, ma serve a farti capire che esiste una differenza di gestione fotografica tra i fulmini che ci cadono molto vicino, e sono quindi estremamente luminosi e “alti”, e quelli lontani, bassi sull’orizzonte e “poco luminosi”. Quali differenze?

  • Obiettivo: i fulmini vicini richiedono grandangolari, quelli lontani teleobiettivi
  • Esposizione: più sono vicini più ci appaiono luminosi, quindi ISO e diaframma regolati di conseguenza

Fulmini02TL trio

Come procedere praticamente sul campo

Cerca il punto di ripresa che, idealmente, dovrebbe:

  • essere in una zona da cui si vede il temporale in arrivo
  • permettere di scoprire l’orizzonte per un tratto molto ampio
  • trovarsi in alto
  • avere una qualche copertura nelle immediate vicinanze o l’auto a portata di mano

NOTA – Lo ripetiamo, ancora una volta, è fondamentale per la tua sicurezza personale restare lontani da qualsiasi elemento metallico (anche se non troppo elevato) e non solo da pali, antenne, tralicci. Resta lontani anche dagli alberi e non fare mai l’errore di metterti sotto di loro per essere coperto dalla pioggia. Se invece sei in un terreno aperto ricorda sempre che il cavalletto, sia metallico che in carbonio, è un conduttore di elettricità e ti espone in modo elevatissimo al rischio di essere colpito da un fulmine.

Una volta trovato il punto di ripresa studia il temporale e cerca di capire

  • da dove proviene
  • dove si dirige
  • quanto velocemente si muove
  • dove sono localizzati i fulmini
  • ogni quanto cadono

Puoi aiutarti anche con app specializzate per smartphone

  • Allarme Fulmini
  • Blitzortung Lightning Monitor
  • My Lightning Tracker – Live Thunderstorm Alerts

Fatte queste valutazioni rapidamente (il temporale evolve anche molto velocemente):

  • predisponi la fotocamera (o più di una se vuoi fare riprese multiple) sul cavalletto
  • costruisci l’inquadratura inserendo paesaggio, edifici, terreno, alberi, etc., ma anche una parte di cielo adeguata
  • non fare inquadrature strette, ma sempre più ampie del necessario
  • imposta ISO e diaframma per esporre bene i fulmini
  • valuta la luminosità del paesaggio in base a ISO e diaframma scelto, e fissa il tempo di scatto

Nel comporre il tuo scatto. Il soggetto deve essere il fulmine (quando comparirà). Questo vuol dire che probabilmente (ma non è una regola fissa) il 60-80% della tua immagine deve essere riservato al cielo e il 20-40% al terreno.

Tortoreto2016

Come parametri di riferimento ti posso indicare:

  • per fulmini vicini: ISO 100, diaframma f/5.6 o f/8
  • man mano che i fulmini si allontanano si può passare a ISO 200 e ISO 400 per quelli lontani

Fai ora un paio di scatti di prova, di cui almeno uno con un fulmine significativo e valuta l’esposizione corretta del fulmine, ma anche quella del paesaggio, che deve essere giusta o sottoesposta (a secondo di come vuoi procedere col paesaggio), ma mai sovraesposta.

Metti su messa a fuoco manuale (le macchine digitali non riescono a mettere a fuoco correttamente quando la luminosità è scarsa) e regola il fuoco su infinito. Fai un altro scatto di prova e controlla sul visore LCD della telecamera che tutto l’immagine sia nitida sul display.

Se tutto è sotto controllo e gli scatti di prova rispondono alle tue aspettative, allora scatta!

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