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Caricamento Pagina: RGB e CMYK cosa sono e come usarli - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

6 minuti di lettura (1125 parole)

RGB e CMYK cosa sono e come usarli

Ruota colori mazzetta pantone

La differenza tra RGB e CMYK è un argomento con cui pensi di avere familiarità, ma che in pratica ha un impatto quotidiano sulla tua attività. Un impatto che va dal doverci prendere dimestichezza per lavorare senza intoppi a tutti quei problemi che una gestione sconsiderata può creare.

Credo sia capitato un po' a tutti di aver ricevuto una brutta sorpresa dopo la stampa o aver dovuto modificare in extremis un progetto perché avevamo scelto una gamma non corretta.

Ecco perché, al di là delle conoscenze teoriche di quali sono e come funzionano i diversi metodi di colore, è importante comprendere anche come e quando utilizzarli.

Ma iniziamo dalle definizioni.

RGB, CMYK: cosa significano queste sigle?

Quando parliamo di RGB o di CMYK utilizziamo degli acronimi che stanno a indicare una serie di colori:

  • Rosso, verde e blu per RGB (red, green, blu)
  • Ciano, magenta, giallo e nero per CMYK (cyan, magenta, yellow, key black)

In tutti e due i casi si tratta dei colori base che mescolati permettono di ottenere, in ciascuno dei due metodi colore, la tinta desiderata.

differenze rgb cmyk

Quindi sia RGB che CMYK sono metodi colore:‌ sistemi attraverso i quali i diversi colori vengono classificati e possono essere replicati con esattezza.

Nuovo progetto RGB o CMYK?

RGB e CMYK

Quando stai per iniziare un nuovo progetto, una delle primissime cose da fare è proprio scegliere con quale metodo colore lavorare.

RGB e CMYK si basano su due diverse modalità di ottenere il colore. Con RGB si fa riferimento ai colori che si creano attraverso tre fasci di luce colorata (rossa, verde e blu), un po' come avviene negli schermi.  Con CYMK, al contrario, si fa riferimento al colore come materia, ad esempio nell'ambito del graphic design, sono gli inchiostry della stampa tipografica (ciano, magenta, giallo e nero), con cui si ottiene il colore.

Questo comporta una diversa ampiezza del gamut. In sintesi, la gamma RGB ha più colori di quella CMYK. Ed è proprio questo il motivo per cui è importante partire con il metodo colore più adatto.

Come fai a sapere con quale metodo colore stai lavorando? O come puoi impostarlo? È semplice:

  • In Illustrator selezioni nel menu File > Metodo colore documento
  • In Photoshop selezioni nel menu Immagine > Metodo
  • In Indesign selezioni nel menu Modifica > Converti in profilo.

Ti stai chiedendo come scegliere il metodo colore giusto?

Quando scegliere RGB o CMYK

La differenza sostanziale tra i due metodi colore sta proprio nei mezzi con cui il colore viene creato:‌ fasci di luce nel caso dell’RGB, pigmenti nel caso del CMYK.

Di conseguenza quando cominci un progetto la cosa giusta da fare è scegliere il metodo colore in base al mezzo attraverso cui il progetto sarà diffuso e fruito. Vediamolo meglio con degli esempi.

RGB e CMYK

Quando usare il metodo colore RGB

Il metodo RGB‌ è da preferire tutte le volte in cui il progetto verrà fruito attraverso degli schermi.

Abbiamo quindi una grande varietà di utilizzi:

  • app
  • grafiche per i social (post, foto profilo, copertine)
  • grafiche o foto per siti web
  • advertising per il web
  • grafiche per la televisione / il cinema

Per tutti questi scopi ci sono formati di esportazione che costituiscono in genere uno standard per le diverse piattaforme di pubblicazione e che sono anche quelli più indicati per l’applicazione del metodo colore RGB.

In particolare:

  • jpg
  • png
  • gif
  • psd
  • webp

Quando usare il metodo colore CMYK

RGB e CMYK 5

Il metodo colore CMYK, o quadricromia, simula in ambito digitale quello che accade realmente in fase di stampa, quando punti più o meno piccoli di inchiostro in quattro colori base vengono accostati a formare il colore desiderato.

Di conseguenza non c’è ragione di lavorare a un progetto impostando il metodo CMYK se quel progetto non sarà poi stampato.

Al contrario, come abbiamo anticipato, per tutte quelle grafiche che verranno poi riprodotte su carta, o su tessuto e altre superfici, è molto importante applicare la quadricromia al progetto prima che vada in stampa. In particolare è consigliato per:

  • biglietti da visita, carta intestata, brochure, flyer
  • poster, cartelloni, roll-up, pop-up
  • merchandising
  • packaging, etichette
  • volantini, locandine, menu, avvisi stampa

La scelta del corretto metodo colore è importante perché non esiste una perfetta corrispondenza tra RGB e CMYK. Nel passaggio dal primo al secondo metodo colore accade quasi sempre di notare che i colori diventano meno vividi, più spenti. Come se un filtro grigio fosse stato applicato su tutto il progetto.

rgb e cmyk vividezza

Se invece sin dall’inizio si lavora in quadricromia è possibile aggirare questo problema. Da un lato infatti una calibrazione attenta di ogni singolo colore in CMYK ti permette di sfruttare al meglio tutte le possibilità di questa gamma. Dall’altro si può ricorrere ad espedienti tipici della composizione per ottenere l’effetto desiderato, come ad esempio accostare un complementare al colore che vuoi far apparire più vivido.

Per quanto riguarda i formati, quelli maggiormente indicati per l’esportazione dei tuoi progetti realizzati con metodo colore CMYK sono

  • PDF
  • AI
  • EPS

Quando utilizzare tutti e due

Non è affatto raro, in realtà, che tu debba lavorare su progetti in cui sarebbe indicato sia l’RGB sia il CMYK.

Pensa per esempio a tutte le volte in cui lavori ad una brand identity: è ovvio che il logo dell’azienda, così come tutti gli altri elementi grafici, verranno utilizzati sia su materiale stampato che in forma digitale.

Oppure le grafiche che pubblicizzano un evento saranno utilizzate sia per le affissioni che sui social.

Che fare, in questi casi?

Il consiglio è quello di lavorare con entrambi i metodi colore, utilizzando le funzioni di conversione dall’uno all’altro che trovate nei software più comuni, come quelli dell’Adobe Creative Cloud, e apportare le dovute correzioni prima dell’esportazione.

In alcune situazioni potrebbe anche essere necessario associare ad RGB‌ e CMYK un terzo metodo colore, le cosiddette tinte piatte. In questo modo si possono, ad esempio, ovviare alcuni problemi legati al più ristretto gamut della quadricromia.

Conclusioni

Ricapitolando, se il file è funzionale ad una visualizzazione a video (come un elemento di un sito web), va benissimo il sistema RGB perché offre una gamma più ampia di gradazioni tra le quali andare a scegliere e sbizzarrirsi. Se invece il file deve servire alla stampa di un qualsiasi prodotto, è buona norma convertirlo in CMYK per evitare sorprese non gradite a lavoro eseguito.

I programmi professionali di grafica offrono la possibilità di scegliere con quale profilo lavorare, quindi basta un solo click per selezionarlo. Sempre questi software (come Adobe Photoshop o Adobe Illustrator) permettono anche di convertire un file da RGB a CMYK: se eseguirai questa operazione potrai renderti conto in prima persona della variazione cromatica tra i due profili.

Ricorda poi che oltre al metodo colore, è importantissimo anche la scelta del profilo, se vuoi saperne di più ne abbiamo parlato in questo articolo

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