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Caricamento Pagina: L'arte dell'Impaginazione Professionale: Segreti, Pratiche e Errori da Evitare - Il blog della Insight Adv Ltd - Insight adv - creative solutions

18 minuti di lettura (3566 parole)

L'arte dell'Impaginazione Professionale: Segreti, Pratiche e Errori da Evitare

impaginazione professionale

L'impaginazione professionale è una cosa diversa rispetto all'impaginazione comune. Un libro, un catalogo o una rivista comunicano, è ovvio. Comunicano coi contenuti, certo, ma comunicano anche con la qualità dell’impaginazione.

Quindi, come si può creare un impaginato professionale? Come si fa a esporre i contenuti nel miglior modo possibile e comunicare un’immagine editoriale (o aziendale) di alto livello?

Questo articolo mira a esaminare le migliori pratiche di impaginazione, evidenziando i difetti più comuni e offrendo strategie per superarli.

Destinato agli aspiranti impaginatori professionisti, ma è altrettanto utile per editori, imprenditori o autori in cerca di un'esposizione ideale.

Coerenza e Semplicità

La semplicità è uno dei pilastri di un impaginato ideale. Un impaginato semplice è elegante e comunica in modo chiaro e diretto, è simile a una conversazione schietta e precisa.

L'integrazione di testi e immagini tale da dare ritmo e formare un tutt'uno organizzato e compatto potrebbe essere definita l’altro “segreto” principale, suo parente stretto.

Tuttavia, ottenere semplicità e integrazione non è un compito facile; richiede strategie affinate nel corso degli anni. Ecco alcuni approcci fondamentali.

Rivista europauomo 1

Progettazione Grafica

Per fare un lavoro di impaginazione professionale, è necessario avere un progetto grafico ben definito. Senza un solido progetto grafico, l'impaginazione perde la sua essenza. Infatti, se non vi è un progetto definito, è perlomeno necessario figurarsi uno stile generale, un’intenzione complessiva, degli elementi coordinati.

L'impaginazione "semplice ed essenziale" si riduce a questo: adattare i contenuti testuali e grafici seguendo un progetto preesistente, applicare criteri tipografici definiti, risolvere eventuali problematiche e preparare il file per la stampa o la pubblicazione digitale.

L’impaginatore professionista deve capire la logica e il senso creativo del lavoro su cui sta lavorando per poter effettuare in modo coerente modifiche e adattamenti sempre necessari.

Retrocedendo al punto di partenza: dovrebbe esistere un progetto grafico ben definito che si sviluppa da concetti primari, si evolve attraverso un concetto generale e si conclude definendo le caratteristiche stilistiche.

Progressivamente, questo progetto si addentra nei dettagli, cominciando dalla struttura della pagina per poi definire margini e colonne. Delinea il carattere, il formato del paragrafo e l'interlinea.

Il progetto grafico stabilisce il tono delle illustrazioni e della grafica, le proporzioni generali, l'uso degli spazi bianchi, l'impaginazione delle testate e la disposizione delle didascalie. Inoltre, confeziona le pagine principali, sceglie il tipo di carta e la tecnica di stampa.

Queste sono decisioni proprie del progettista o del designer grafico. L'impaginazione pratica, interpreta, adatta tali decisioni e risolve gli eventuali problemi che insorgono.

L'Impaginazione Professionale

La fase di impaginazione vera e propria, al centro di questo articolo, rappresenta il momento in cui i contenuti trovano la loro forma finale. Qui avvengono correzioni e adattamenti (spesso complessi) e si prepara il lavoro per la stampa o la pubblicazione digitale.

La linea di separazione tra progettazione e impaginazione può essere sottile: l'impaginazione talvolta richiede scelte stilistiche proprie della progettazione. In alcuni casi, si associa la progettazione stessa all'impaginazione, specialmente in lavori più semplici o su richiesta di piccoli committenti.

Occasionalmente, nel processo di impaginazione, si coinvolgono specialisti nell'elaborazione delle immagini, nel fotoritocco, nella valutazione delle prove di stampa e nell'editing dei testi. Questi contributi forniscono correzioni o indicazioni al grafico, al designer e all'impaginatore.

Per questo motivo, ammetto una certa sovrapposizione di questi termini: progetto grafico e impaginazione. Lo faccio perché, soprattutto nella realtà dei piccoli studi grafici e delle imprese di minori dimensioni, i ruoli e i compiti spesso si mescolano.

Tuttavia, è importante sottolineare questa distinzione poiché comprenderne le differenze costituisce un passo fondamentale verso un'impaginazione professionale. 

Un impaginatore professionista deve essere in grado di cogliere la logica e la creatività intrinseche al lavoro su cui sta operando, consentendo così modifiche e adattamenti sempre necessari in modo coerente.

Gestione dei Caratteri Tipografici e dei font

L'impaginazione professionale è consapevole della potenzialità comunicativa del carattere tipografico e del suo peso nell’armonia generale dell’impaginazione. Le scelte relative agli stili di carattere sono a carico del progettista ma l’impaginatore potrebbe dover intervenire per qualche adattamento o modifica non prevista inizialmente perciò è utile conoscerne i principi.

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l "vecchio" insegnamento predicava prudenza nell'uso dei caratteri, suggerendo di limitarne la varietà e di evitare eccessi di fantasia. Questi consigli rimangono validi, ma per emergere dalla mediocrità, è essenziale non rimanerne troppo legati.

Nonostante un approccio prudente, un impaginatore professionale esplora nuove tipologie di caratteri, superando i soliti cliché come Times, Garamond o Helvetica, ma sempre con giudizio.

L'ampia disponibilità di caratteri può risultare travolgente, richiedendo una vita intera per comprenderne le peculiarità, lo stile, e come e quando utilizzarli, oppure abbinarli in modo efficace. Tuttavia, un impaginatore professionista deve occasionalmente uscire dalla sua comfort zone, abbandonando le scelte consolidate.

Come progettisti grafici, abbiamo il compito di sviluppare uno stile personale per il cliente. Come impaginatori, dobbiamo comprendere la logica che sottende a tali scelte.

Spesso, molti lavori richiedono uno stile che, purtroppo nella maggior parte dei casi, si rivela conservatore, privo di originalità. Perciò, affermo che un tocco di originalità e funzionalità in più costituisce un vero e proprio ingrediente dell'impaginazione professionale.

Questo richiede studio, pratica e, pertanto, un lavoro di impaginazione, con un solido progetto grafico alle spalle, può risultare più dispendioso.

Quando realizziamo libri o riviste, i progettisti dovrebbero superare l'uso comune di font come il Garamond. Pur eccellente, un carattere utilizzato nel 90% dei casi non contribuisce alla personalità o allo stile del lavoro.

Dobbiamo dunque pensare al di fuori dagli schemi e valutare opzioni come Baskerville, Caslon o una versione più moderna di Garamond, oltre a tipologie più lineari come Gill Sans, Open Sans o Avenir. Questi sono solo alcuni esempi tra le innumerevoli possibilità.

Va considerato che esistono nuove famiglie di caratteri, moderne e più complete, che offrono un tocco di freschezza oltre a una vasta scelta di glifi, i singoli simboli che corrispondono alle lettere, numeri, punteggiatura e caratteri speciali.

Tuttavia, l'impaginatore deve essere consapevole dei limiti tecnici: molti caratteri presentano un set limitato di glifi, causando problemi nella scrittura di lingue diverse o simboli speciali come quelli matematici.

Spesso, durante l'impaginazione, potrebbe essere necessario caricare un font diverso dello stesso carattere. In alcuni casi, caratteri senza una versione corsiva potrebbero richiedere una revisione delle scelte tipografiche, optando per una famiglia più completa.

Un progetto grafico professionale solitamente combina non più di due o tre tipi di carattere, un buon principio da rispettare, ma le regole esistono anche per essere infrante, soprattutto nel campo della creatività.

Nel caso di libri, questa regola è solida, mentre nelle riviste i caratteri impiegati potrebbero essere più numerosi, ma sempre in relazione alla complessità dei contenuti.

Un lavoro professionale non dovrebbe mai basarsi sull'eccessiva varietà di caratteri, mirando esclusivamente all'estetica o alla vivacità. L'obiettivo è evitare le regole scolastiche per elevare l'impaginazione al livello professionale.

Impaginazione Professionale e Allineamento del Testo

Nell'ambito dell'impaginazione e della progettazione grafica professionale, si esplorano diverse soluzioni per l'allineamento dei paragrafi.

Può sembrare quasi sacrilego proporre un allineamento del testo a sinistra al cliente. L'aspetto pulito e ordinato del testo quadrato, con righe uniformi, spesso riscontra grande approvazione. Tuttavia, l'allineamento a sinistra offre numerosi vantaggi "tecnici", dona uno stile più distintivo e in alcuni contesti risulta addirittura indispensabile.

Nel caso di colonne strette, l'allineamento giustificato può generare spazi eccessivamente ampi tra le parole, anche se la sillabazione è corretta. Il fatto che molti non trovino fastidio in questa disposizione rimane un mistero ancora non del tutto spiegato dalla scienza.

Nei libri, dove il testo di solito occupa una singola colonna, l'allineamento giustificato può essere sfruttato appieno. Tuttavia, in libri o riviste con più colonne, sarebbe opportuno adottare un approccio più cauto, per usare un eufemismo.

L'omogeneità forzata delle righe, simile a un battaglione in parata militare, non è necessariamente esteticamente gradevole o funzionale, sebbene possa risultare molto... marziale.

Generalmente, quindi, con colonne ampie l'allineamento giustificato funziona bene, mentre con colonne strette risulta preferibile l'allineamento a sinistra o a bandiera.

Indipendentemente dall'opzione scelta, è consigliabile utilizzare la sillabazione automatica (gli "a capo"). Non c'è motivo di vergogna in questo: la grammatica italiana la prevede. Le parole vengono spezzate automaticamente e correttamente dal software (purché si selezioni la lingua corretta). Mai, ripeto mai, separare manualmente le parole inserendo trattini dalla tastiera.

Esistono modi corretti per regolare o influenzare la sillabazione a seconda delle esigenze. Ogni software serio di elaborazione testi o impaginazione offre questa funzionalità.

Vedove, Orfane e Altre Complicazioni Tipografiche

Nell'impaginazione professionale, le righe di testo isolate vengono implacabilmente eliminate. In questo paragrafo, esploreremo aspetti peculiari legati all'impaginazione.

Spesso continuo a confondere i termini "vedova" e "orfana" poiché entrambi denotano un problema simile: righe isolate all'inizio o alla fine della pagina. Queste righe singole sono tra le cose più spiacevoli da trovare in un testo.

Allo stesso modo, anche se in misura minore, risultano poco gradevoli le singole parole o le poche lettere rimaste solitarie all'inizio o alla fine di un paragrafo. Il massimo dell'effetto indesiderato si raggiunge quando una nota rimane isolata all'inizio di una riga, spesso causato dalla separazione con uno spazio tra la parola e il numero di nota usando la barra spaziatrice.

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Esistono vari accorgimenti professionali per risolvere questi problemi, diventando sempre più raffinati man mano che si acquisisce esperienza. Questi trucchi includono minime regolazioni della distanza tra le lettere (tracking) o una leggerissima (faccio notare, minima) distorsione orizzontale del carattere.

È anche possibile aggiungere "spazi unificatori" o forzare la sillabazione con l'uso di "trattini facoltativi". Questi metodi permettono di aggiungere spazio tra i caratteri senza interrompere la continuità della parola.

Nel caso vi siano immagini nel testo, si può giocare con le loro dimensioni o con lo spazio tra le didascalie, in modo che il testo scorra in maniera armoniosa, favorendo la creazione di piacevoli spazi bianchi che sembrino pensati appositamente, anche se sappiamo bene essere un'abile stratagemma.

L'aggiunta di citazioni e l'articolazione accorta delle didascalie rientrano tra i trucchi professionali. L'obiettivo non è riempire la pagina in maniera densa, compatta e opprimente, ma piuttosto ottenere un controllo totale del flusso del testo, creando armonia e bellezza, agevolando la lettura e valorizzando i contenuti.

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Ruolo degli Spazi Bianchi in un Progetto Grafico Professionale

Nel contesto di un progetto grafico professionale, gli spazi bianchi non rappresentano vuoto, ma un elemento essenziale della composizione grafica. L'impaginatore professionista si trova spesso a gestire tale aspetto, anche se lo stile generale è definito dal progettista.

Lo spazio bianco, disposto con cura sulla pagina, trasmette un senso di ordine, importanza e rende la lettura più agevole e rilassante. In breve, questa "assenza" svolge diverse funzioni.

È preferibile che il titolo di un paragrafo sia collocato all'inizio della pagina o della colonna, evitando di lasciarlo da solo o con poche righe alla fine.

Evitare di utilizzare rientri (con il tasto "Invio") o spazi bianchi (barra spaziatrice) per creare spazi aggiuntivi tra paragrafi o tra singole parole e lettere.

Anche l'uso forzato di "shift+invio" per il rientro causa effetti indesiderati, portando con sé la formattazione del paragrafo.

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Il modo corretto di creare spazio è impostare una distanza prima e dopo il paragrafo nella formattazione. I vantaggi rispetto all'uso del tasto "Invio" sono molteplici:

  • L'uso degli stili di paragrafo (fortemente consigliato) applica automaticamente lo spazio, risparmiando tempo e riducendo errori.
  • Se il testo scorre e il paragrafo si posiziona all'inizio di una nuova colonna, lo spazio iniziale non viene applicato, mantenendo la formattazione uniforme.
  • È possibile applicare qualsiasi spaziatura, non limitata ai multipli dell'interlinea.
  • Nel caso di ebook in formato ePub, la spaziatura viene rispettata.

Per creare spazio bianco aggiuntivo tra parole e caratteri, è consigliabile regolare la crenatura (spazio tra singoli caratteri) o utilizzare spazi unificatori speciali, aggiunti tramite il software, che non vengono mai spezzati.

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Segnalazione Eccessiva: Il Bilanciamento dell'Evidenziazione

Un libro o una rivista devono comunicare, non essere una semplice dimostrazione di esperimenti stilistici. Il termine "segnalazione eccessiva" indica l'uso di più modalità contemporanee per evidenziare un paragrafo, come ad esempio l'uso simultaneo di "spazio dopo" e rientro (preferibilmente uno dei due).

È simile all'impiego concomitante di corsivo e grassetto o l'utilizzo di virgolette intorno a parole già in corsivo. Si dovrebbe optare per virgolette o corsivo, grassetto o corsivo, ma non entrambi.

L'impaginazione professionale si avvale di un numero limitato di strumenti per mettere in risalto parti specifiche del testo. Questo è ciò che si intende per "impaginato pulito", oltre al rispetto di una struttura ordinata.

Consiglierei, a tale proposito, un manuale di stile come quello di Zingarelli. Approfondito e preciso, fornisce indicazioni chiare e dettagliate.

Forse, le parole chiave qui sono "semplicità" e "coerenza". Evidenziare molte parole presumendo di conferire loro un peso o un significato differente intrappola il lettore.

Il lettore non è né ingenuo né una macchina. In una certa misura, deve stabilire da sé ciò che è importante e ciò che non lo è, senza dover chiedersi il motivo di un termine in corsivo, un altro in grassetto o perché una frase è racchiusa tra virgolette.

Eccessive enfasi porterebbe solo a fraintendimenti e renderebbe la lettura più ostica.

La Gabbia nell'Impaginazione Professionale

La "gabbia" nell'impaginazione offre un ordine che genera ritmo, contrasto e, a volte, perfino disordine controllato. Questa scelta progettuale si sovrappone al lavoro dell'impaginatore, richiedendo una completa comprensione per disporre gli elementi in modo coerente.

La gabbia aggiunge ritmo, ordine, e prevedibilità, offrendo al contempo l'opportunità di introdurre, di tanto in tanto, elementi di sorpresa.

Come possiamo "pensare fuori dagli schemi" se non abbiamo schemi? Senza di essi, ciò che chiamiamo vivacità è solo caos. La gabbia tipografica rappresenta lo schema, non la prigione di Alcatraz. Impone limiti e, allo stesso tempo, suggerisce modalità creative per superarli.

Ogni impaginazione, per quanto semplice, sottintende uno schema, la gabbia, per così dire, in termini grafici. È presente anche in un libro a singola colonna: margini, spazi tra titoli e testo principale, zone destinate alle immagini.

Nelle riviste, le gabbie sono spesso più complesse, composte da colonne, sottosezioni e aree orizzontali. Blocchi di testo, immagini e spazio bianco si muovono come pezzi su una scacchiera, apparentemente casuali ma in realtà rigorosamente strutturati.

La gabbia stabilisce le regole ma permette - e talvolta richiede - qualche eccezione. Mentre un grafico inesperto può vedere solo imposizioni, il professionista vede coerenza nel messaggio e suggerimenti, cogliendo il momento giusto per infrangerle con intelligenza.

L'Impaginazione Professionale e la Proporzione Aurea

La "proporzione aurea" o "divina", rappresentata da un rapporto di 1:1,618 tra due misure, è fondata sull'idea che un numero in una sequenza sia la somma dei due numeri precedenti.

Nella sequenza 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55..., procedendo, il rapporto tra gli ultimi due numeri tende sempre più a 1,618. Questa proporzione è stata ampiamente utilizzata nelle arti, dalla grafica all'architettura, sin dai tempi antichi, ed è rintracciabile anche in natura.

Spesso considerata una sorta di perfezione "cosmica", la proporzione aurea viene impiegata nella grafica per determinare le dimensioni della gabbia del testo o il layout delle colonne. Ad esempio, in un libro, potremmo avere una gabbia di testo larga 12 cm e alta 12 x 1,618 = 19,4 cm.

Tuttavia, attualmente si utilizzano spesso formati più compatti, e questo non è un errore a meno che non derivi da ignoranza o mancanza di cura. Un libro tascabile, per esempio, è tale solo se segue un rapporto simile; altrimenti, è semplicemente un libro di dimensioni ridotte.

La proporzione aurea è uno strumento, non un obbligo. Non si deve necessariamente aderire a questa proporzione, ma è possibile farlo. Può essere impiegata nel definire le dimensioni della pagina o della gabbia del testo principale o come guida per organizzare gli elementi.

Per semplificare, si può adottare il rapporto 8:13, che è alla base della regola dei terzi, ovvero del rapporto 2:3. Questi rapporti, molto simili, sono ampiamente utilizzati nelle arti grafiche.

Questo spiega il motivo per cui una pagina divisa in tre colonne, con le immagini che occupano 1 colonna (1/3), 2 colonne (2/3) o 3 (3/3), risulta esteticamente gradevole e interessante. L'impaginazione professionale fa un uso consapevole di queste proporzioni senza diventarne schiava, ma piuttosto sfruttandone la coerenza.

Questa considerazione riflette il concetto che il numero tre sia perfetto, in linea con la Regola Aurea. Tutto ciò mostra come l'arte sia intrecciata con principi ben fondati, non meri capricci stravaganti.

Risolvere gli Errori in un Impaginato: Un Compito Fondamentale

La correzione di un impaginato, se eseguita correttamente, dovrebbe risolvere principalmente gli errori sfuggiti all'autore durante la revisione del testo. Nonostante un editing approfondito, è comune che alcuni errori persistano.

Nel processo di impaginazione, possono verificarsi errori, tra cui quelli generati dall'autore stesso, come l'uso improprio del trattino per la sillabazione o la frequente pressione del tasto "return". Anche piccoli dettagli, come l'aggiunta di spazi inappropriati prima di citazioni o punteggiature, sono errori comuni.

Inoltre, le modifiche delle maiuscole in minuscole o le variazioni negli stili di scrittura per acronimi aprono nuove possibilità di errore durante il processo di impaginazione.

Pertanto, è essenziale eseguire controlli approfonditi per individuare e correggere questi errori durante la fase di impaginazione.

Pur non essendo una novità, è essenziale ribadire che un testo dovrebbe essere esente da errori grammaticali e refusi tipografici. La perfezione è difficile da raggiungere e quasi nessun impaginato è privo di errori.

Su questo blog sono stati già trattati approfonditamente alcuni articoli sulla correzione di bozze. Tuttavia, vorrei sottolineare alcuni aspetti essenziali. In primo luogo, i controlli effettuati su carta risultano maggiormente efficaci rispetto a quelli eseguiti su schermo.

Prima di passare a una revisione su carta, è consigliabile risolvere gli errori individuati su schermo, per evitare sprechi di toner. Tuttavia, è utile effettuare una revisione intermedia utilizzando il formato PDF.

Controllare un PDF su schermo è più preciso rispetto alla visualizzazione diretta su software di impaginazione o elaborazione testi (come Indesign o Word) poiché la versione PDF è priva di guide, pannelli e altre interferenze.

Personalmente, trovo molto utile l'uso della modalità "presentazione" in Indesign. Quando non riesco più a individuare errori sullo schermo, procedo con la stampa e un ulteriore controllo, meglio se effettuato il giorno successivo o, ancora meglio, dopo due giorni.

Un altro aspetto fondamentale dell'impaginazione professionale è l'uso approfondito degli strumenti software disponibili. L'utilizzo del controllo ortografico, delle funzioni di ricerca/sostituzione e, per i più esperti, degli stili GREP, sono essenziali per individuare e correggere gli errori.

Inoltre, utilizzare la funzione di lettura ad alta voce disponibile in programmi come Word può essere utile, concentrandosi sull'ascolto del testo anziché sulla lettura visiva.

Gli errori spesso derivano da un lavoro svolto in fretta. Pertanto, è consigliabile completare un lavoro importante almeno una settimana prima della data di stampa o di pubblicazione prevista.

Preparazione alla Stampa: Prestare Attenzione ai Dettagli Meno Ovvi

Quando ci si prepara alla stampa, spesso si trascurano dettagli che potrebbero avere un impatto significativo sul risultato finale. Sebbene la stampa rifletta principalmente ciò che appare sullo schermo, è fondamentale prestare attenzione ad alcuni aspetti spesso sottovalutati.

Un primo aspetto critico riguarda il colore del testo principale, che dovrebbe essere composto esclusivamente dal colore nero base. È frequente che testi importati da Word presentino un nero composto da più colori, il che può causare sovrapposizioni sfalsate durante la stampa, soprattutto in testi di dimensioni ridotte.

Un secondo punto da considerare è la risoluzione delle immagini. Le immagini fotografiche dovrebbero essere di alta definizione, preferibilmente comprese tra i 200 e i 300 dpi per garantire una stampa di qualità. Le immagini come loghi e simboli dovrebbero essere vettoriali, poiché il classico 300 dpi non è sufficiente per garantire la massima qualità di stampa. I formati vettoriali, in genere, vengono stampati a una risoluzione di 2500 dpi nelle macchine tipografiche professionali.

Oltre a questi dettagli tecnici, è cruciale prestare attenzione a possibili errori grossolani prima di dare il via alla stampa:

  • Titoli principali con errori di ortografia
  • Indici con numeri di pagina errati
  • Codici, informazioni di copyright o periodicità sbagliate
  • Pagine senza numerazione
  • Intestazioni non corrispondenti ai contenuti
  • Mancanza di parti di testo o immagini

Sebbene un errore in una didascalia possa essere perdonato, un errore in un titolo potrebbe causare seri problemi.

Le sviste più pericolose spesso riguardano aspetti trascurati, semplici ma critici. È consigliabile eseguire controlli manuali, poiché anche con mezzi automatici o semi-automatici è impossibile eliminare completamente il rischio di errori.

L'impaginazione professionale sfrutta le funzionalità avanzate dei software per effettuare controlli approfonditi, come l'utilizzo di variabili per garantire uniformità nelle testate, nei numeri di pagina e nei riferimenti.

Infine, una considerazione importante: non abbiate paura di individuare errori, non vergognatevi nel farlo e non sentitevi in colpa. Trovare errori è parte integrante del processo, e spesso chi è più critico è anche il più incline a commetterli.

Considerazioni Finali

L'impaginazione di un libro o di una rivista può sembrare alla portata di chiunque, così come costruire un muro di mattoni. Tuttavia, la vera sfida consiste nel creare un lavoro di qualità e precisione, proprio come un muro perfettamente allineato e ben costruito. Cerco di delineare questa distinzione nel presente articolo, evitando di addentrarmi troppo nei dettagli, dato che ho già trattato singolarmente molti degli argomenti menzionati.

I clienti diventano sempre più esigenti e la tecnologia software continua a progredire, ma l'importante è chiedersi: è il professionista, che sia un grafico, un impaginatore o un progettista, sufficientemente preparato per affrontare queste sfide?

Non sempre lo è, ma dovrebbe esserlo. Un professionista preparato non solo trarrebbe maggiori benefici e divertimento dal proprio lavoro, ma garantirebbe anche al cliente un investimento di valore e una soddisfazione duratura nel tempo.

Auguro a tutti una buona pratica nell'impaginazione professionale!

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